martedì 6 dicembre 2011

Arraffoni ladroni e con il Tfr

Quando si parla di casta io non credo che ci si debba fermare alle regalie dei politici locali e nazionali, ma soprattutto in questo momento di crisi, in cui ogni governo vuole mettere a dieta gli italiani, riflettere sulla distanza abissale che c'è fra il cittadino medio e i potenti di turno.
I potenti di quest'Italia malata mi sembrano come i signorotti locali della Lombardia manzoniana, lontani dalla gente e protetti da legislazioni di ceto, questa situazione quindi non ci rende quindi una democrazia compiuta. Io credo che finalmente la società civile, grazie alla forza del Web, si stia ribellando ai privilegi dei potenti e stia assumendo la forza di un'onda che voglia sommergere il fortino dei furbetti.
In questi giorni è stata varata una misura che colpisce chi è in pensione e chi stava per andarci, vi sono aziende che chiedono la perdita di qualche annata del Tfr e negli stessi giorni assistiamo alle lamentele dei politici che temono di essere equiparati ai comuni mortali.
La notizia più disgustosa però che mi ha lasciato il retrogusto amaro in bocca riguarda quei politici che hanno lucrato  riscuotendo tangenti per agevolare lo smaltimento dei rifiuti ( parte dei quali è finita anche nei cantieri dell’autostrada Brebemi) o quei manager che hanno distruibito mazzette ai politici rovinando, per il conseguente interesse della magistratura, aziende in precedenza molto floride.
Questi esempi sono recenti e fanno capire come non solo il sistema delle tangenti sia più vitale che mai nel giardino italiano, ma che questi loschi figuri cadano sempre in piedi, infatti anche quando, travolti dalle indagini, sono costretti  a lasciare i loro incarichi ricevono generose liquidazioni.
In questi giorni è infatti apparsa la notizia che il vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, il 68enne bresciano Franco Nicoli Cristiani, indagato per traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione, qualora dovesse lasciare la sua attuale carica riceverà una liquidazione di 388.677 euro ed una pensione, poichè ha superato i 60 anni, di 5498 euro al mese.
Il caso Finmeccanica con i soldi donati ai partiti sembra ormai storia vecchia per i giornali italiani che ora si devono occupare dello spread che cala, della manovra di  Monti o della liason fra la Cancelliera e Sarkò, ma invece io non voglio dimenticare che il suo ex presidente Guarguaglini riceverà di liquidazione 4 milioni dopo aver lasciato un azienda  la suddetta Finmeccanica con i conti in rosso di 1 miliardo di euro e con una perdita in borsa da Gennaio del 60%.
Possibile che spesso si parla di meritocrazia e poi abbiamo la riprova che politici che prendono tangenti o i manager pubblici che rovinano aziende ricevono ancora i premi per il loro lavoro, in un mondo giusto a queste persone non vanno dati i soldi, ma tolti con gli interessi.

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