mercoledì 14 dicembre 2011

amicizia riscoperta

Leggevo questa frase "Tito Druso, la tua amicizia mi onora. Dove sono gli amici, la sono le ricchezze"
tratta da un libro di narrativa scelto tra lo scaffale delle novita presenti in biblioteca e mi venne istantaneo riflettere sul senso dell'amicizia.
I nostri genitori non li scegliamo poichè siamo il frutto del loro amore di coppia, quando siamo ragazzini cerchiamo molti amici per non essere soli e spesso chi si sente in questa condizione si crea il fantomatico amico immaginario. Quando cresciamo ci rendiamo conto che molti di quelli che consideriamo amici non so che stati che semplici compagni di giochi o di uscite. L'amicizia vera è quella che ti fa condividere le emozioni, gli stati d'animo positivi e negativi. 
Nell'amico non sempre cerchiamo il leader perchè quel tipo di persona è talmente perfetto che ci mette a disagio, ma qualcuno come noi con cui camminiamo per lo stesso percorso, ma con modalità diverse, avremo gusti ed interessi non sempre simili, ma ci lega l'affetto ed il rispetto reciproco. La propria compagna ognuno la vorrebbe bella, simpatica, intelligente, allegra, divertente....., mentre nell'amico cerchiamo un intesa pura, un confronto in cui non dobbiamo primeggiare, in cui possiamo ascoltare senza timore di darla vinta a qualcuno, in cui non temiamo il confronto.
Quando un mio caro amico soffre per un problema, sento la sua sofferenza su di me, vorrei dividerla con lui perchè potesse portare questo peso con una fatica minore. Vorrei che sapesse che può contare su di me, più di quanto io conti su di lui perchè nell'amicizia non si fanno le cose perchè ci si aspetta un favore come nelle clientele o ci suddividono i compiti, col bilancino, come nelle nuove coppie, ma si agisce con la massima liberalità e trasporto.
Nell'amicizia c'è l'ascolto, la presenza, il sorriso, la distrazione allegra per dare colore quando qualcuno è troppo teso, la parola di conforto e la gioia dello stare assieme, ma soprattutto la comprensione reciproca.
L'anno che sta per finire ha segnato per me la riscoperta di un'amicizia vera e a te, caro Claudio, dedico questo mio post.


 

martedì 6 dicembre 2011

Arraffoni ladroni e con il Tfr

Quando si parla di casta io non credo che ci si debba fermare alle regalie dei politici locali e nazionali, ma soprattutto in questo momento di crisi, in cui ogni governo vuole mettere a dieta gli italiani, riflettere sulla distanza abissale che c'è fra il cittadino medio e i potenti di turno.
I potenti di quest'Italia malata mi sembrano come i signorotti locali della Lombardia manzoniana, lontani dalla gente e protetti da legislazioni di ceto, questa situazione quindi non ci rende quindi una democrazia compiuta. Io credo che finalmente la società civile, grazie alla forza del Web, si stia ribellando ai privilegi dei potenti e stia assumendo la forza di un'onda che voglia sommergere il fortino dei furbetti.
In questi giorni è stata varata una misura che colpisce chi è in pensione e chi stava per andarci, vi sono aziende che chiedono la perdita di qualche annata del Tfr e negli stessi giorni assistiamo alle lamentele dei politici che temono di essere equiparati ai comuni mortali.
La notizia più disgustosa però che mi ha lasciato il retrogusto amaro in bocca riguarda quei politici che hanno lucrato  riscuotendo tangenti per agevolare lo smaltimento dei rifiuti ( parte dei quali è finita anche nei cantieri dell’autostrada Brebemi) o quei manager che hanno distruibito mazzette ai politici rovinando, per il conseguente interesse della magistratura, aziende in precedenza molto floride.
Questi esempi sono recenti e fanno capire come non solo il sistema delle tangenti sia più vitale che mai nel giardino italiano, ma che questi loschi figuri cadano sempre in piedi, infatti anche quando, travolti dalle indagini, sono costretti  a lasciare i loro incarichi ricevono generose liquidazioni.
In questi giorni è infatti apparsa la notizia che il vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, il 68enne bresciano Franco Nicoli Cristiani, indagato per traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione, qualora dovesse lasciare la sua attuale carica riceverà una liquidazione di 388.677 euro ed una pensione, poichè ha superato i 60 anni, di 5498 euro al mese.
Il caso Finmeccanica con i soldi donati ai partiti sembra ormai storia vecchia per i giornali italiani che ora si devono occupare dello spread che cala, della manovra di  Monti o della liason fra la Cancelliera e Sarkò, ma invece io non voglio dimenticare che il suo ex presidente Guarguaglini riceverà di liquidazione 4 milioni dopo aver lasciato un azienda  la suddetta Finmeccanica con i conti in rosso di 1 miliardo di euro e con una perdita in borsa da Gennaio del 60%.
Possibile che spesso si parla di meritocrazia e poi abbiamo la riprova che politici che prendono tangenti o i manager pubblici che rovinano aziende ricevono ancora i premi per il loro lavoro, in un mondo giusto a queste persone non vanno dati i soldi, ma tolti con gli interessi.

sabato 3 dicembre 2011

La mia cara Trebisonda.

La mia cara Trebisonda è simbolo e meta delle mie certezze e dei miei ideali. Questo luogo non è la famosa città situata sulla costa nord-orientale della Turchia sul Mar Nero, ultima roccaforte dell'impero bizantino a resistere all'ondata turca, ma una libreria dove m'è dolce rifugiarmi dalle onde perigliose di una società dove conta l'apparenza, dove regna l'audience e lo share e dove al venerdi c'è la movida dei Murazzi, il sabato l'anticipo di campionato e a metà settimana c'è la Champions.
Mi domando cosa c'è di più strabiliante, in un paese dove la lettura dei libri è da quinto mondo, sapere che un gruppo di persone si ritrova in una libreria, il venerdi sera, a parlare di libri.
I libri, per me, sono i veri immortali perchè resistono alle nazioni, alle mode e spesso, attraverso i classici, impariamo sempre qualcosa. La Trebisonda è la citta che custodisce le storie, le cui mura sono composte dalle pagine dei libri, i mattoni provengono da tutti i continenti  per rappresentare l'universalità delle storie dell'uomo. Un luogo in cui si mischia la scrittura e l'oralità, come al tempo dei grandi narratori dell'antichità che di notte narravano le storie antiche mischiate dalla loro esperienza. Io spesso mi perdo in queste parole nate dal vissuto dei miei tanti fratelli lettori che condividono con me le loro esperienze e sensazioni.
In questa terra magica il custode è il saggio Beppe che a tutti trova il libro giusto. In questa città del mistero non possono mancare animali strani, il gatto timido, il cane divoratore di carta ( lui si che sa che nella carta dei libri c'è il vero tesoro), l'alligatore che mentre pensa lievita e la sirena che ci ricorda i tempi del mitico Ulisse.
In queste serate si può trovare di tutto, c'è chi mette in comune il testo e l'autore che l'ha colpito svelando misteri ai più ancora ignoti ed infine c'è l'ospite straniero che ci trasporta in terre piu o meno lontane, dal Giappone, al Tirolo, dall'India  al Messico.
Infine quando la mente s'è riempita di nuove conoscenze ed il nostro letterato svizzero chiude le narrazioni, s'alzano i calici per un brindisi finale accompagnato da succulente  libagioni.   

mercoledì 30 novembre 2011

avvento

La parola avvento deriva dal latino adventus e significa "venuta" anche se, nell'accezione più diffusa, viene indicato come "attesa". Mi ricordo le parole che sentivo quand'ero ragazzino "
"Preparate le vie del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, ogni burrone sia riempito, ogni monte sia abbassato... Ogni uomo vedrà la salvezza del Signore". Mi domandavo spesso cosa significasse questo tempo di preparazione, quest'attesa che da piccolo mi sembrava infinita, perchè da ragazzi s'è impazienti si vuole tutto subito, siamo forse genuini e vorremmo che il Signore fosse sempre con noi.
Mi piace ricordare una storiella che avevo sentito quando ero un po più grande, un uomo rivede la sua vita con il Signore e nota come se in alcuni momenti le tracce sono doppie, la sua e affianco quella di Gesù, altre volte percepisce che le tracce non sono più due, ma solamente una e si rivolge a Gesù chiedendogli dov'era in quel momento temendo d'essere stato lasciato solo, ma il Signore gli risponde che in quel momento vede soltanto un orma perchè era stato portato in braccio.
La presenza del Signore è costante, siamo solo noi che ciechi e sordi nello spirito non lo vediamo. Gesù bussa spesso alla nostra porta, ma noi questa porta la teniamo chiusa e non lo facciamo entrare.
Questo tempo è fatto per accogliere questa venuta del Signore nel nostro animo nel modo migliore, cercare di addolcire il nostro cuore e renderlo di carne e non di pietra. Occorre cercare, per quanto ammetta sia difficile, essere più accoglienti, perdonare quelle offese che portiamo dentro da tempo, considerare che il prossimo non è il diverso, ma solamente una persona che non è come noi. Quando qualcuno è scortese con noi sarebbe bello contare fino a cento o a mille prima di rispondergli. 
Io vorrei che tutti potessero cogliere quest'invito, credenti o no, quello di mettersi in gioco, cercando di capire chi abbiamo di fronte e provare a non giudicare, almeno prima d'aver cercato di metterci nei panni dell'altro,di perdonare le offese che altrimenti rischiano di diventare incrostazioni dure da togliere.
Credo che sia uno sforzo quotidiano, da rinnovare continuamente perchè l'abitudine dell'orgoglio, della superbia, del credersi migliore degli altri sia ormai un retaggio di questa società che fa dell'arrivismo, del potere,  del prestigio, del denaro miti a cui spesso ci inchiniamo.
Spesso si ha paura di non farcela perchè anche con le migliori intenzioni cadiamo nei medesimi errori e non riusciamo ad avere un buon rapporto con chi ci sta attorno. Credo che nella vita occorre non avere paura della cadute, occore rialzarsi e riprovare, siamo creature che falsamente ci crediamo forti, mentre siamo spesso fragili, ma questa nostra debolezza non ci deve (e non mi deve) rendere meno costanti nel cercare un migliore dialogo con le persone che incontriamo (e che posso incontrare) nella mia vita.







giovedì 24 novembre 2011

Vergogna infinita

Oggi ricordo con malinconia l'anniversario della morte del grande cantante e leader dei Queen Freddie Mercury e nel contempo provo rabbia a leggere che nel luogo in cui il celebre rocker è nato invece di ricordarlo con il riconosciuto onore si cerca di cancellarne la memoria.
Il vero nome di Freddie Mercury era Farrokh Bulsara e nacque in Tanzania il 5 settembre del 1946.  Il padre di Freddie, sebbene fosse indiano, a quel tempo si trovava nel protettorato inglese dello Zanzibar per lavoro presso l'ufficio coloniale inglese.
Molte città sarebbe orgogliosa d'aver dato i natali ad una tale icona del pop, ma qui no, viene nascosto, anzi viene definito una vergogna. Il motivo era gay ed è morto d'aids.
Io vorrei chiedere a quelli che hanno coraggio di giudicare una persona dal credo politico, dalla pelle, dalla razza, dalle convinzioni religiose o in questo caso dalle preferenze sessuali, ma vi rendete conto che l'essere umano è creatura che ama, entra in relazioni sociali, lotta, spera, si batte per i diritti, esprime emozioni, non siamo tutti uguali e la bellezza sta nella diversità, io credo che se fossimo tutti uguali saremmo degli automi freddi ed insensibili. L'uomo spesso non cambia mai, guarda la pagliuzza di quello che ha davanti perchè questo gli offre la sua vista esteriore, ma non ha la capacità di fermarsi un momento per guardare la trave che ha dentro di sè.
Un uomo Freddie, chiamo per nome perchè la sua umanità era strabordante, il quale ha lottato contro il suo male fino alla fine dicendo negli ultimi giorni di vita "The show must go on", lanciando un messaggio che lo spettacolo o meglio la vita continua, si va avanti anche quando si soffre.
Le sue parole, come per la canzone Innuendo, valgono oggi  dove ancora l'uomo rimane cieco di fronte alle differenze e non capisce che spesso nella differenza c'è la bellezza.
 
While we live according to race, colour or creed
While we rule by blind madness and pure greed
Our lives dictated by tradition, superstition, false religion
Through the eons, and on and on

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Through the sorrow all through our splendour
Don't take offence at my innuendo

You can be anything you want to be
Just turn yourself into anything you think that you could ever be
Be free with your tempo, be free be free
Surrender your ego - be free, be free to yourself.




In Tanzania i gay sono illegali. Mi sembra che queste persone non abbiano mai sentito le parole della canzone di cui prima ho citato le frasi più salienti. Mi chiedo perchè un popolo che è stato colonizzato, calpestato dai colonizzatori bianchi perdendo lingua e spesso tradizioni debba comportarsi allo stesso modo verso un'altra minoranza.
Io credo che  illegale debba essere l'arroganza, la prepotenza, il razzismo, la violenza sui minori, la corruzione, ma come può essere illegale una forma di convivenza solamente perchè non è quella comune, perchè bisogna sempre punire il diverso, quello che non la pensa come me.

mercoledì 23 novembre 2011

I malati immaginari

In questi giorni sui giornali si parla sempre e solamente di manovre, tasse e sacrifici che l'italiano medio dovrebbe fare affinchè il debito possa scendere. Un debito che è stato creato da una classe politica che per molti decenni l'ha alimentato con tangenti, opere faraoniche non sempre completate, favoritismi clientelari, baby pensioni e soprattutto attraverso la creazione di enormi privilegi per la classe politica familiari compresi.
Le regole, in uno stato democratico, dovrebbere valere per tutti, quindi dovremmo essere tutti uguali (non come i famosi animali della fattoria di Orwell) davanti alla legge e non ci dovrebbe essere un gruppo di persone che, come governanti, invece che dare il buon esempio gode di privilegi e vitalizi simili a quella dei nobili d'ancien regime.
Il capitolo sanità, dati tratti da "L'incontro : preiodico indipendente", è inquietante e ci mostra come la classe dei governanti si pone, anche in questi momenti di crisi, in un pianeta anni luce dal nostro in cui viviamo.
La Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli, ma anche ai 1109 loro familiari (conviventi compresi). La cifra nel 2010 è stata di 10 milioni e 117 mila euro, di cui 3 milioni e 92 mila euro per spese dentistiche, 3 milioni per ricoveri ed interventi in strutture private (guai a confondersi con la gente comune), 976 mila euro per la fisioterapia.
L'elenco approfondito continua per la rabbia infinita della povera gente normale che paga il ticket e fa la coda per un esame medico. Quindi abbiamo ancora 698 mila euro per visite varie, 488 mila euro per l'acquisto di occhiali, 257 mila euro per le spese di psicoterapia (ma quanto son depressi questi onorevoli), per non dimenticare le sante vene varicose 28 mila euro  ed infine le sempre di moda cure omeopatiche 3 mila e 636 euro. Senza contare che oltre oltre a questa cifra elevata per cure in ospedali privati, i nostri onorevoli hanno anche chiesto il rimborso per le loro cure presso gli ospedali pubblici per la modica cifra di 153 mila euro. Ci mancano ancora altri dati come le spese erogate, dal fondo di solidarietà sanitario, per la balneoterapia, la shiatsuterapia, il massaggio sportivo e la ginnastica passiva.
Mi domando come mai una persona normale risparmia per pagarsi l'affitto o il mutuo della casa ed un parlamentare che spesso fra stipendio  ed indennità arriva a 10 mila euro al mese riceve ancora un rimborso spese per l'affitto di 2 900 euro al mese.
Un ultimo elenco di quello che un parlamentare ha a disposizione in modo gratutito: telefono cellulare, tessera del cinema, tessera del teatro, autobus e metrò, viaggi aerei nazionali e circolazione autostradale, viaggi in treno, aerei di Stato, piscine e palestre. Putroppo questi onerosi vitalizi non decadono neanche quando perdono le loro cariche, infatti un ex presidente della Camera come la Pivetti ha a disposizione gratis: un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio.



   

lunedì 21 novembre 2011

Scilipoti a lutto, gli italiani presi in giro

Don Abbondio, per bocca del Manzoni, diceva "Carneade chi era costui, credo che ognuno di noi potrebbe ai gioni nostri dire "Scilipoti chi è costui".
Proviamo a rispondere dicendo che recentemente ha affermato che con la nascita del nuovo governo, presieduto dal professor Mario Monti, la democrazia è morta e per questo motivo s'è presentato con la fascia listata a lutto e che prima del suo voto per dare la fiducia al 4° governo Berlusconi pochi conoscevano l'agopuntore di Barcellona Pozzo di Gozzo.
Io non credo che la democrazia sia morta perchè a capo di un governo troviamo un tecnico, perchè seppur nessun ministro provenga dai partiti che risiedono in Parlamento i provvedimenti emanati dal governo devono avere una ratifica dalla Camera e dal Senato, piuttosto esaminiamo la parola democrazia la quale significa potere del popolo ("Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo".)
La democrazia, propriamente detta, muore quando c'è uno scollamento fra il potere ed il popolo che non si sente più rappresentato. I parlamentari italiani sono stati nominati dalle segreteri dei partiti e non scelti dal popolo sovrano che quindi non può sentirsi rappresentato.
Noi, come popolo italiano, siamo presi in giro  quando vediamo il numero elevato di auto blu , leggiamo di politici che vanno allo stadio con l'auto di stato, e spesso nei loro viaggi all'estero portano con sè persone che con la politica non hanno nulla a che fare, ricevono stipendi molto più elevati dei loro colleghi europei, non pagano quando vanno alle varie manifestazioni sportive, quando viaggiano con i mezzi di traporto, quando vanno in palestra o presso cure termali. Cosa dire poi di chi sente il desiderio di "scendere in campo", ma non la fa per spirito di patria, ma per crearsi una serie di leggi per renderlo diverso, dal punto di vista giudiziario, da tutti gli altri cittadini.
Mi chiedo come mai all'estero vediamo i ministri andare al lavoro coi mezzi pubblici o in bici, mentre i nostri viaggiano con macchine lussuose e spesso straniere (alla faccia del Made in Italy).
I parlamentari si chiamano onorevoli, ma dov'è il loro onore quando chiedono sacrifici agli italiani per sanare il sistema pensionistico e loro dopo 5 anni hanno già la loro bella pensionicina (ad alcuni nel passato è bastato un giorno o qualche mese)?
Forse onorevoli significa uomini d'onore considerato che molti di quelli che poggiano le loro terga su quegli scranni hanno parecchi problemi con la giustizia.
La nostra più che una democrazia è una oligarchia (ovvero governo di pochi) di persone che si sono autonominate, dove vige il privilegio, dove la giustizia non è uguale per tutti.
La democrazia potrebbe risorgere come una Fenice quando:
1)I ministri rispettino l'intera nazione (non sputando per esempio sul tricolore)
2)Il popolo possa scegliere chi votare
3)Chi è inquisito non possa candidarsi
4)I rappresentanti  paghino regolarmente le loro spese
5)I politici si rechino al lavoro con mezzi pubblici o propri