La parola avvento deriva dal latino adventus e significa "venuta" anche se, nell'accezione più diffusa, viene indicato come "attesa". Mi ricordo le parole che sentivo quand'ero ragazzino ""Preparate le vie del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, ogni burrone sia riempito, ogni monte sia abbassato... Ogni uomo vedrà la salvezza del Signore". Mi domandavo spesso cosa significasse questo tempo di preparazione, quest'attesa che da piccolo mi sembrava infinita, perchè da ragazzi s'è impazienti si vuole tutto subito, siamo forse genuini e vorremmo che il Signore fosse sempre con noi.Mi piace ricordare una storiella che avevo sentito quando ero un po più grande, un uomo rivede la sua vita con il Signore e nota come se in alcuni momenti le tracce sono doppie, la sua e affianco quella di Gesù, altre volte percepisce che le tracce non sono più due, ma solamente una e si rivolge a Gesù chiedendogli dov'era in quel momento temendo d'essere stato lasciato solo, ma il Signore gli risponde che in quel momento vede soltanto un orma perchè era stato portato in braccio.La presenza del Signore è costante, siamo solo noi che ciechi e sordi nello spirito non lo vediamo. Gesù bussa spesso alla nostra porta, ma noi questa porta la teniamo chiusa e non lo facciamo entrare.Questo tempo è fatto per accogliere questa venuta del Signore nel nostro animo nel modo migliore, cercare di addolcire il nostro cuore e renderlo di carne e non di pietra. Occorre cercare, per quanto ammetta sia difficile, essere più accoglienti, perdonare quelle offese che portiamo dentro da tempo, considerare che il prossimo non è il diverso, ma solamente una persona che non è come noi. Quando qualcuno è scortese con noi sarebbe bello contare fino a cento o a mille prima di rispondergli.Io vorrei che tutti potessero cogliere quest'invito, credenti o no, quello di mettersi in gioco, cercando di capire chi abbiamo di fronte e provare a non giudicare, almeno prima d'aver cercato di metterci nei panni dell'altro,di perdonare le offese che altrimenti rischiano di diventare incrostazioni dure da togliere.Credo che sia uno sforzo quotidiano, da rinnovare continuamente perchè l'abitudine dell'orgoglio, della superbia, del credersi migliore degli altri sia ormai un retaggio di questa società che fa dell'arrivismo, del potere, del prestigio, del denaro miti a cui spesso ci inchiniamo.Spesso si ha paura di non farcela perchè anche con le migliori intenzioni cadiamo nei medesimi errori e non riusciamo ad avere un buon rapporto con chi ci sta attorno. Credo che nella vita occorre non avere paura della cadute, occore rialzarsi e riprovare, siamo creature che falsamente ci crediamo forti, mentre siamo spesso fragili, ma questa nostra debolezza non ci deve (e non mi deve) rendere meno costanti nel cercare un migliore dialogo con le persone che incontriamo (e che posso incontrare) nella mia vita.
mercoledì 30 novembre 2011
avvento
giovedì 24 novembre 2011
Vergogna infinita
Oggi ricordo con malinconia l'anniversario della morte del grande cantante e leader dei Queen Freddie Mercury e nel contempo provo rabbia a leggere che nel luogo in cui il celebre rocker è nato invece di ricordarlo con il riconosciuto onore si cerca di cancellarne la memoria.
Il vero nome di Freddie Mercury era Farrokh Bulsara e nacque in Tanzania il 5 settembre del 1946. Il padre di Freddie, sebbene fosse indiano, a quel tempo si trovava nel protettorato inglese dello Zanzibar per lavoro presso l'ufficio coloniale inglese.
Molte città sarebbe orgogliosa d'aver dato i natali ad una tale icona del pop, ma qui no, viene nascosto, anzi viene definito una vergogna. Il motivo era gay ed è morto d'aids.
Io vorrei chiedere a quelli che hanno coraggio di giudicare una persona dal credo politico, dalla pelle, dalla razza, dalle convinzioni religiose o in questo caso dalle preferenze sessuali, ma vi rendete conto che l'essere umano è creatura che ama, entra in relazioni sociali, lotta, spera, si batte per i diritti, esprime emozioni, non siamo tutti uguali e la bellezza sta nella diversità, io credo che se fossimo tutti uguali saremmo degli automi freddi ed insensibili. L'uomo spesso non cambia mai, guarda la pagliuzza di quello che ha davanti perchè questo gli offre la sua vista esteriore, ma non ha la capacità di fermarsi un momento per guardare la trave che ha dentro di sè.
Un uomo Freddie, chiamo per nome perchè la sua umanità era strabordante, il quale ha lottato contro il suo male fino alla fine dicendo negli ultimi giorni di vita "The show must go on", lanciando un messaggio che lo spettacolo o meglio la vita continua, si va avanti anche quando si soffre.
Le sue parole, come per la canzone Innuendo, valgono oggi dove ancora l'uomo rimane cieco di fronte alle differenze e non capisce che spesso nella differenza c'è la bellezza.
While we live according to race, colour or creed
While we rule by blind madness and pure greed
Our lives dictated by tradition, superstition, false religion
Through the eons, and on and on
..................................................
Through the sorrow all through our splendour
Don't take offence at my innuendo
You can be anything you want to be
Just turn yourself into anything you think that you could ever be
Be free with your tempo, be free be free
Surrender your ego - be free, be free to yourself.
In Tanzania i gay sono illegali. Mi sembra che queste persone non abbiano mai sentito le parole della canzone di cui prima ho citato le frasi più salienti. Mi chiedo perchè un popolo che è stato colonizzato, calpestato dai colonizzatori bianchi perdendo lingua e spesso tradizioni debba comportarsi allo stesso modo verso un'altra minoranza.
Io credo che illegale debba essere l'arroganza, la prepotenza, il razzismo, la violenza sui minori, la corruzione, ma come può essere illegale una forma di convivenza solamente perchè non è quella comune, perchè bisogna sempre punire il diverso, quello che non la pensa come me.
Il vero nome di Freddie Mercury era Farrokh Bulsara e nacque in Tanzania il 5 settembre del 1946. Il padre di Freddie, sebbene fosse indiano, a quel tempo si trovava nel protettorato inglese dello Zanzibar per lavoro presso l'ufficio coloniale inglese.
Molte città sarebbe orgogliosa d'aver dato i natali ad una tale icona del pop, ma qui no, viene nascosto, anzi viene definito una vergogna. Il motivo era gay ed è morto d'aids.
Io vorrei chiedere a quelli che hanno coraggio di giudicare una persona dal credo politico, dalla pelle, dalla razza, dalle convinzioni religiose o in questo caso dalle preferenze sessuali, ma vi rendete conto che l'essere umano è creatura che ama, entra in relazioni sociali, lotta, spera, si batte per i diritti, esprime emozioni, non siamo tutti uguali e la bellezza sta nella diversità, io credo che se fossimo tutti uguali saremmo degli automi freddi ed insensibili. L'uomo spesso non cambia mai, guarda la pagliuzza di quello che ha davanti perchè questo gli offre la sua vista esteriore, ma non ha la capacità di fermarsi un momento per guardare la trave che ha dentro di sè.
Un uomo Freddie, chiamo per nome perchè la sua umanità era strabordante, il quale ha lottato contro il suo male fino alla fine dicendo negli ultimi giorni di vita "The show must go on", lanciando un messaggio che lo spettacolo o meglio la vita continua, si va avanti anche quando si soffre.
Le sue parole, come per la canzone Innuendo, valgono oggi dove ancora l'uomo rimane cieco di fronte alle differenze e non capisce che spesso nella differenza c'è la bellezza.
While we live according to race, colour or creed
While we rule by blind madness and pure greed
Our lives dictated by tradition, superstition, false religion
Through the eons, and on and on
..................................................
Through the sorrow all through our splendour
Don't take offence at my innuendo
You can be anything you want to be
Just turn yourself into anything you think that you could ever be
Be free with your tempo, be free be free
Surrender your ego - be free, be free to yourself.
In Tanzania i gay sono illegali. Mi sembra che queste persone non abbiano mai sentito le parole della canzone di cui prima ho citato le frasi più salienti. Mi chiedo perchè un popolo che è stato colonizzato, calpestato dai colonizzatori bianchi perdendo lingua e spesso tradizioni debba comportarsi allo stesso modo verso un'altra minoranza.
Io credo che illegale debba essere l'arroganza, la prepotenza, il razzismo, la violenza sui minori, la corruzione, ma come può essere illegale una forma di convivenza solamente perchè non è quella comune, perchè bisogna sempre punire il diverso, quello che non la pensa come me.
mercoledì 23 novembre 2011
I malati immaginari
In questi giorni sui giornali si parla sempre e solamente di manovre, tasse e sacrifici che l'italiano medio dovrebbe fare affinchè il debito possa scendere. Un debito che è stato creato da una classe politica che per molti decenni l'ha alimentato con tangenti, opere faraoniche non sempre completate, favoritismi clientelari, baby pensioni e soprattutto attraverso la creazione di enormi privilegi per la classe politica familiari compresi.
Le regole, in uno stato democratico, dovrebbere valere per tutti, quindi dovremmo essere tutti uguali (non come i famosi animali della fattoria di Orwell) davanti alla legge e non ci dovrebbe essere un gruppo di persone che, come governanti, invece che dare il buon esempio gode di privilegi e vitalizi simili a quella dei nobili d'ancien regime.
Il capitolo sanità, dati tratti da "L'incontro : preiodico indipendente", è inquietante e ci mostra come la classe dei governanti si pone, anche in questi momenti di crisi, in un pianeta anni luce dal nostro in cui viviamo.
La Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli, ma anche ai 1109 loro familiari (conviventi compresi). La cifra nel 2010 è stata di 10 milioni e 117 mila euro, di cui 3 milioni e 92 mila euro per spese dentistiche, 3 milioni per ricoveri ed interventi in strutture private (guai a confondersi con la gente comune), 976 mila euro per la fisioterapia.
L'elenco approfondito continua per la rabbia infinita della povera gente normale che paga il ticket e fa la coda per un esame medico. Quindi abbiamo ancora 698 mila euro per visite varie, 488 mila euro per l'acquisto di occhiali, 257 mila euro per le spese di psicoterapia (ma quanto son depressi questi onorevoli), per non dimenticare le sante vene varicose 28 mila euro ed infine le sempre di moda cure omeopatiche 3 mila e 636 euro. Senza contare che oltre oltre a questa cifra elevata per cure in ospedali privati, i nostri onorevoli hanno anche chiesto il rimborso per le loro cure presso gli ospedali pubblici per la modica cifra di 153 mila euro. Ci mancano ancora altri dati come le spese erogate, dal fondo di solidarietà sanitario, per la balneoterapia, la shiatsuterapia, il massaggio sportivo e la ginnastica passiva.
Mi domando come mai una persona normale risparmia per pagarsi l'affitto o il mutuo della casa ed un parlamentare che spesso fra stipendio ed indennità arriva a 10 mila euro al mese riceve ancora un rimborso spese per l'affitto di 2 900 euro al mese.
Un ultimo elenco di quello che un parlamentare ha a disposizione in modo gratutito: telefono cellulare, tessera del cinema, tessera del teatro, autobus e metrò, viaggi aerei nazionali e circolazione autostradale, viaggi in treno, aerei di Stato, piscine e palestre. Putroppo questi onerosi vitalizi non decadono neanche quando perdono le loro cariche, infatti un ex presidente della Camera come la Pivetti ha a disposizione gratis: un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio.
Le regole, in uno stato democratico, dovrebbere valere per tutti, quindi dovremmo essere tutti uguali (non come i famosi animali della fattoria di Orwell) davanti alla legge e non ci dovrebbe essere un gruppo di persone che, come governanti, invece che dare il buon esempio gode di privilegi e vitalizi simili a quella dei nobili d'ancien regime.
Il capitolo sanità, dati tratti da "L'incontro : preiodico indipendente", è inquietante e ci mostra come la classe dei governanti si pone, anche in questi momenti di crisi, in un pianeta anni luce dal nostro in cui viviamo.
La Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli, ma anche ai 1109 loro familiari (conviventi compresi). La cifra nel 2010 è stata di 10 milioni e 117 mila euro, di cui 3 milioni e 92 mila euro per spese dentistiche, 3 milioni per ricoveri ed interventi in strutture private (guai a confondersi con la gente comune), 976 mila euro per la fisioterapia.
L'elenco approfondito continua per la rabbia infinita della povera gente normale che paga il ticket e fa la coda per un esame medico. Quindi abbiamo ancora 698 mila euro per visite varie, 488 mila euro per l'acquisto di occhiali, 257 mila euro per le spese di psicoterapia (ma quanto son depressi questi onorevoli), per non dimenticare le sante vene varicose 28 mila euro ed infine le sempre di moda cure omeopatiche 3 mila e 636 euro. Senza contare che oltre oltre a questa cifra elevata per cure in ospedali privati, i nostri onorevoli hanno anche chiesto il rimborso per le loro cure presso gli ospedali pubblici per la modica cifra di 153 mila euro. Ci mancano ancora altri dati come le spese erogate, dal fondo di solidarietà sanitario, per la balneoterapia, la shiatsuterapia, il massaggio sportivo e la ginnastica passiva.
Mi domando come mai una persona normale risparmia per pagarsi l'affitto o il mutuo della casa ed un parlamentare che spesso fra stipendio ed indennità arriva a 10 mila euro al mese riceve ancora un rimborso spese per l'affitto di 2 900 euro al mese.
Un ultimo elenco di quello che un parlamentare ha a disposizione in modo gratutito: telefono cellulare, tessera del cinema, tessera del teatro, autobus e metrò, viaggi aerei nazionali e circolazione autostradale, viaggi in treno, aerei di Stato, piscine e palestre. Putroppo questi onerosi vitalizi non decadono neanche quando perdono le loro cariche, infatti un ex presidente della Camera come la Pivetti ha a disposizione gratis: un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio.
lunedì 21 novembre 2011
Scilipoti a lutto, gli italiani presi in giro
Don Abbondio, per bocca del Manzoni, diceva "Carneade chi era costui, credo che ognuno di noi potrebbe ai gioni nostri dire "Scilipoti chi è costui".
Proviamo a rispondere dicendo che recentemente ha affermato che con la nascita del nuovo governo, presieduto dal professor Mario Monti, la democrazia è morta e per questo motivo s'è presentato con la fascia listata a lutto e che prima del suo voto per dare la fiducia al 4° governo Berlusconi pochi conoscevano l'agopuntore di Barcellona Pozzo di Gozzo.
Io non credo che la democrazia sia morta perchè a capo di un governo troviamo un tecnico, perchè seppur nessun ministro provenga dai partiti che risiedono in Parlamento i provvedimenti emanati dal governo devono avere una ratifica dalla Camera e dal Senato, piuttosto esaminiamo la parola democrazia la quale significa potere del popolo ("Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo".)
La democrazia, propriamente detta, muore quando c'è uno scollamento fra il potere ed il popolo che non si sente più rappresentato. I parlamentari italiani sono stati nominati dalle segreteri dei partiti e non scelti dal popolo sovrano che quindi non può sentirsi rappresentato.
Noi, come popolo italiano, siamo presi in giro quando vediamo il numero elevato di auto blu , leggiamo di politici che vanno allo stadio con l'auto di stato, e spesso nei loro viaggi all'estero portano con sè persone che con la politica non hanno nulla a che fare, ricevono stipendi molto più elevati dei loro colleghi europei, non pagano quando vanno alle varie manifestazioni sportive, quando viaggiano con i mezzi di traporto, quando vanno in palestra o presso cure termali. Cosa dire poi di chi sente il desiderio di "scendere in campo", ma non la fa per spirito di patria, ma per crearsi una serie di leggi per renderlo diverso, dal punto di vista giudiziario, da tutti gli altri cittadini.
Mi chiedo come mai all'estero vediamo i ministri andare al lavoro coi mezzi pubblici o in bici, mentre i nostri viaggiano con macchine lussuose e spesso straniere (alla faccia del Made in Italy).
I parlamentari si chiamano onorevoli, ma dov'è il loro onore quando chiedono sacrifici agli italiani per sanare il sistema pensionistico e loro dopo 5 anni hanno già la loro bella pensionicina (ad alcuni nel passato è bastato un giorno o qualche mese)?
Forse onorevoli significa uomini d'onore considerato che molti di quelli che poggiano le loro terga su quegli scranni hanno parecchi problemi con la giustizia.
La nostra più che una democrazia è una oligarchia (ovvero governo di pochi) di persone che si sono autonominate, dove vige il privilegio, dove la giustizia non è uguale per tutti.
La democrazia potrebbe risorgere come una Fenice quando:
1)I ministri rispettino l'intera nazione (non sputando per esempio sul tricolore)
2)Il popolo possa scegliere chi votare
3)Chi è inquisito non possa candidarsi
4)I rappresentanti paghino regolarmente le loro spese
5)I politici si rechino al lavoro con mezzi pubblici o propri
Proviamo a rispondere dicendo che recentemente ha affermato che con la nascita del nuovo governo, presieduto dal professor Mario Monti, la democrazia è morta e per questo motivo s'è presentato con la fascia listata a lutto e che prima del suo voto per dare la fiducia al 4° governo Berlusconi pochi conoscevano l'agopuntore di Barcellona Pozzo di Gozzo.
Io non credo che la democrazia sia morta perchè a capo di un governo troviamo un tecnico, perchè seppur nessun ministro provenga dai partiti che risiedono in Parlamento i provvedimenti emanati dal governo devono avere una ratifica dalla Camera e dal Senato, piuttosto esaminiamo la parola democrazia la quale significa potere del popolo ("Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo".)
La democrazia, propriamente detta, muore quando c'è uno scollamento fra il potere ed il popolo che non si sente più rappresentato. I parlamentari italiani sono stati nominati dalle segreteri dei partiti e non scelti dal popolo sovrano che quindi non può sentirsi rappresentato.
Noi, come popolo italiano, siamo presi in giro quando vediamo il numero elevato di auto blu , leggiamo di politici che vanno allo stadio con l'auto di stato, e spesso nei loro viaggi all'estero portano con sè persone che con la politica non hanno nulla a che fare, ricevono stipendi molto più elevati dei loro colleghi europei, non pagano quando vanno alle varie manifestazioni sportive, quando viaggiano con i mezzi di traporto, quando vanno in palestra o presso cure termali. Cosa dire poi di chi sente il desiderio di "scendere in campo", ma non la fa per spirito di patria, ma per crearsi una serie di leggi per renderlo diverso, dal punto di vista giudiziario, da tutti gli altri cittadini.
Mi chiedo come mai all'estero vediamo i ministri andare al lavoro coi mezzi pubblici o in bici, mentre i nostri viaggiano con macchine lussuose e spesso straniere (alla faccia del Made in Italy).
I parlamentari si chiamano onorevoli, ma dov'è il loro onore quando chiedono sacrifici agli italiani per sanare il sistema pensionistico e loro dopo 5 anni hanno già la loro bella pensionicina (ad alcuni nel passato è bastato un giorno o qualche mese)?
Forse onorevoli significa uomini d'onore considerato che molti di quelli che poggiano le loro terga su quegli scranni hanno parecchi problemi con la giustizia.
La nostra più che una democrazia è una oligarchia (ovvero governo di pochi) di persone che si sono autonominate, dove vige il privilegio, dove la giustizia non è uguale per tutti.
La democrazia potrebbe risorgere come una Fenice quando:
1)I ministri rispettino l'intera nazione (non sputando per esempio sul tricolore)
2)Il popolo possa scegliere chi votare
3)Chi è inquisito non possa candidarsi
4)I rappresentanti paghino regolarmente le loro spese
5)I politici si rechino al lavoro con mezzi pubblici o propri
venerdì 18 novembre 2011
Il virus del doping
Spesso quando l'osservatore medio legge una notizia si sente come colui che guarda il mondo da una torre d'avorio. I fatti riguardano altre persone, lui non ruba, non ammazza, non prende le tangenti, non si droga e non partecipando a competizioni agonistiche di alto livello non usa sostanze atte ad alterare la sua prestazione.
Negli ultimi anni il doping è talmente diffuso da diventare un fenomeno di massa, mentre prima l'usavano i grandi sportivi per aumentare la potenza muscolare, sopportare la fatica e sentire meno il dolore oramai è diventato un fenomeno comune a molta gente. Abbiamo i cultori del body-building amatoriale che oltre a curare il proprio corpo con ore ed ore di palestra s'imbottiscono di anabolizzanti, mentre nel campo degli studi abbiamo la pillola per la concentrazione e nel campo sessuale la pillola blu (che non è quella di Matrix) la quale è ormai sempre più usata dai giovanissimi.
Come dicevo nel titolo il doping è ormai un vero virus che copre tutti gli aspetti, anche quando lo sport dovrebbe essere considerato un divertimento da gustare con amici subentra la voglia di primeggiare e di vincere ad ogni costo. Ho letto infatti che anche nei tornei amatoriali di bocce alcuni partecipanti, per non sentire la fatica dopo ore di gara, fanno uso di sostanze dopanti, testimonianze di questo abuso ne ho riscontrate anche in Francia nell'omologo gioco della pentanque, per non parlare poi di quegli arzilli signori che per praticare con continuità la loro corsetta (per gli esterofili jogging) nel parco si fanno consigliare e rifornire da medici compiacenti di pillole dagli effetti spesso pericolosi.
L'ultima notizia fresca di stampa, tratta dall'agenzia Lapresse, è la segnalazione di un caso di positività durante il 47° Campionato Italiano Assoluto di Dama Internazionale. Qualcuno mi potrà rispondere che la dama come gli scacchi richiede concentrazione, ma io a questa osservazione risponderei in due modi uno che sia chiama gioco della dama o degli scacchi, quindi una grande dote di chi partecipa dovrebbe essere quella di saper perdere, secondo che ogni attività lavorativa richiede concentrazione quindi allora tutti i lavoratori dall'operaio all'impiegato dovrebbero prendere la loro bella pastiglietta.
Credo che dovremmo sempre accettare che c'è qualcuno più bravo di noi nonostante il nostro impegno sia massimo ed inoltre saper accettare i propri limiti, amandoci per come siamo e non come gli altri vorrebbero che fossimo.
Negli ultimi anni il doping è talmente diffuso da diventare un fenomeno di massa, mentre prima l'usavano i grandi sportivi per aumentare la potenza muscolare, sopportare la fatica e sentire meno il dolore oramai è diventato un fenomeno comune a molta gente. Abbiamo i cultori del body-building amatoriale che oltre a curare il proprio corpo con ore ed ore di palestra s'imbottiscono di anabolizzanti, mentre nel campo degli studi abbiamo la pillola per la concentrazione e nel campo sessuale la pillola blu (che non è quella di Matrix) la quale è ormai sempre più usata dai giovanissimi.
Come dicevo nel titolo il doping è ormai un vero virus che copre tutti gli aspetti, anche quando lo sport dovrebbe essere considerato un divertimento da gustare con amici subentra la voglia di primeggiare e di vincere ad ogni costo. Ho letto infatti che anche nei tornei amatoriali di bocce alcuni partecipanti, per non sentire la fatica dopo ore di gara, fanno uso di sostanze dopanti, testimonianze di questo abuso ne ho riscontrate anche in Francia nell'omologo gioco della pentanque, per non parlare poi di quegli arzilli signori che per praticare con continuità la loro corsetta (per gli esterofili jogging) nel parco si fanno consigliare e rifornire da medici compiacenti di pillole dagli effetti spesso pericolosi.
L'ultima notizia fresca di stampa, tratta dall'agenzia Lapresse, è la segnalazione di un caso di positività durante il 47° Campionato Italiano Assoluto di Dama Internazionale. Qualcuno mi potrà rispondere che la dama come gli scacchi richiede concentrazione, ma io a questa osservazione risponderei in due modi uno che sia chiama gioco della dama o degli scacchi, quindi una grande dote di chi partecipa dovrebbe essere quella di saper perdere, secondo che ogni attività lavorativa richiede concentrazione quindi allora tutti i lavoratori dall'operaio all'impiegato dovrebbero prendere la loro bella pastiglietta.
Credo che dovremmo sempre accettare che c'è qualcuno più bravo di noi nonostante il nostro impegno sia massimo ed inoltre saper accettare i propri limiti, amandoci per come siamo e non come gli altri vorrebbero che fossimo.
giovedì 17 novembre 2011
Quando i vampiri diventano buoni
Ieri ragazze di ogni età si saranno riversate al cinema per l'ennesimo polpettone romantico in salsa vampiresca. Ovviamente sto parlando dell'ultimo capitolo della saga di Twilight, trilogia che ha saputo grazie alla sapiente penna della Meyer rendere buono un vampiro sdoganando una figura del mito letterario, voglio ricordare infatti il diario del vampiro di Lisa J. Smith con la relativa serie televisiva Vampire Diaries.
In questo revival di vampiri il fattore che li accomuna è il personaggio principale, un vampiro buono, melanconico, triste, dilaniato dalla sua natura, una personcina dolce che ama come tutti noi ,seppure con le dovute difficoltà, una ragazzina umana. La struttura sociale accomuna anche questo revival, il nostro vampiretto, seppur viva da molti decenni, ha il corpo di un ragazzino che frequenta il liceo in una città di provincia.
Sembra quasi che la nostra società addolcisca i mostri di ieri, il vampiro diventa dolce e il suo rivale lupo mannarro è un giovane indiano dal corpo reso muscoloso da un mix di palestra e steroidi (sento ancora i commenti di alcune mie amiche super entusiaste al vedere il torso nudo del lupacchiotto), per crearne di nuovi e più spaventosi: esperienze paronormali agghiacchianti o demoni giapponesi.
Il primo vampiro letterario fu quello del londinese John Polidori e la cui nascita risale alla famosa notte in cui, presso la villa di Lord Byron, Mary Wollstonecraft inventò la figura di Frankenstein. La caratteristica del personaggio di Polidori era quella d'essere aristocratico, inserito nell'alta società e dotato di un perverso fascino nero.
Il vampiro (non morto) di Dracula (dracul = demonio o figlio del drago) invece rappresentava la paura dello straniero, infatti l'autore inserisce una serie di tiranni sanguinari dell'europa dell'est da Attila, re degli Unni, ai vichinghi "giunti dall´Islanda" agli Székely, fiera nazione ungherese a cui era dato l´incarico di difendere i confini orientali del Regno d'Ungheria, e - naturalmente - Vlad Tepes tanto denigrato dalla pubblicistica transilvana ungherese-sassone.
La figura di Vlad Tepes era quella di un sanguinario principe della Valacchia che difendeva il suo principato con la forza della violenza, infatti Vlad III era famoso per impalare le sue vittime.
Il vampiro delle origini era una figura dominante, non romantico, non dolce nè sdolcinato, la cui origine sociale era spesso elevata rispetto a quella delle sue vittime, non temeva la sua natura, disprezzava gli umani i quali erano solamente considerate vittime prelibate. Il sangue considerato come linfa vitale da succhiare per alimentarsi e di conseguenza privarne gli uomini.
Una volta il vampiro usciva di notte ed il suo scopo era quello di conquistare (da vero maschio dominante) spaventare e uccidere, adesso il vampiretto è uno di noi, secondo la Meyer, va al liceo, s'innamora una che è Bella solo di nome, ha una turbolenta relazione, si sposa, con lei va in luna di miele, fa sesso e avrà un figlio. Insomma il vampiro non spaventa più perchè non è lo straniero, ma l'abbiamo fatto entrare in casa nostra, è il nostro compagno di scuola, il nostro boyfriend, la persona che vorremmo sposare e amare.
Concludo dicendo che forse questo cambiamento è dovuto al fatto che i veri mostri vampiri non sono più i malati di porfiria dai denti aguzzi, ma i banchieri, gli speculatori e le grandi aziende della globalizzazione che investono delocalizzando ovvero dove la manodopera costa poco e non ha diritti
In questo revival di vampiri il fattore che li accomuna è il personaggio principale, un vampiro buono, melanconico, triste, dilaniato dalla sua natura, una personcina dolce che ama come tutti noi ,seppure con le dovute difficoltà, una ragazzina umana. La struttura sociale accomuna anche questo revival, il nostro vampiretto, seppur viva da molti decenni, ha il corpo di un ragazzino che frequenta il liceo in una città di provincia.
Sembra quasi che la nostra società addolcisca i mostri di ieri, il vampiro diventa dolce e il suo rivale lupo mannarro è un giovane indiano dal corpo reso muscoloso da un mix di palestra e steroidi (sento ancora i commenti di alcune mie amiche super entusiaste al vedere il torso nudo del lupacchiotto), per crearne di nuovi e più spaventosi: esperienze paronormali agghiacchianti o demoni giapponesi.
Il primo vampiro letterario fu quello del londinese John Polidori e la cui nascita risale alla famosa notte in cui, presso la villa di Lord Byron, Mary Wollstonecraft inventò la figura di Frankenstein. La caratteristica del personaggio di Polidori era quella d'essere aristocratico, inserito nell'alta società e dotato di un perverso fascino nero.
Il vampiro (non morto) di Dracula (dracul = demonio o figlio del drago) invece rappresentava la paura dello straniero, infatti l'autore inserisce una serie di tiranni sanguinari dell'europa dell'est da Attila, re degli Unni, ai vichinghi "giunti dall´Islanda" agli Székely, fiera nazione ungherese a cui era dato l´incarico di difendere i confini orientali del Regno d'Ungheria, e - naturalmente - Vlad Tepes tanto denigrato dalla pubblicistica transilvana ungherese-sassone.
La figura di Vlad Tepes era quella di un sanguinario principe della Valacchia che difendeva il suo principato con la forza della violenza, infatti Vlad III era famoso per impalare le sue vittime.
Il vampiro delle origini era una figura dominante, non romantico, non dolce nè sdolcinato, la cui origine sociale era spesso elevata rispetto a quella delle sue vittime, non temeva la sua natura, disprezzava gli umani i quali erano solamente considerate vittime prelibate. Il sangue considerato come linfa vitale da succhiare per alimentarsi e di conseguenza privarne gli uomini.
Una volta il vampiro usciva di notte ed il suo scopo era quello di conquistare (da vero maschio dominante) spaventare e uccidere, adesso il vampiretto è uno di noi, secondo la Meyer, va al liceo, s'innamora una che è Bella solo di nome, ha una turbolenta relazione, si sposa, con lei va in luna di miele, fa sesso e avrà un figlio. Insomma il vampiro non spaventa più perchè non è lo straniero, ma l'abbiamo fatto entrare in casa nostra, è il nostro compagno di scuola, il nostro boyfriend, la persona che vorremmo sposare e amare.
Concludo dicendo che forse questo cambiamento è dovuto al fatto che i veri mostri vampiri non sono più i malati di porfiria dai denti aguzzi, ma i banchieri, gli speculatori e le grandi aziende della globalizzazione che investono delocalizzando ovvero dove la manodopera costa poco e non ha diritti
lunedì 14 novembre 2011
Leoni e pecore o meglio ancora alla ricerca del leader perduto
Riflettevo in questi giorni sul problema della leadership nella nostra società.
Spesso, credenti e atei, dovrebbero prendere a esempio alcuni messaggi che concernono la gestione del potere. Gesù disse " chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo", ovvero il leader non deve dominare, ma mettersi al servizio.
Cosa vuol dire mettersi al servizio ? Io credo voglia dire avere come scopo il bene degli altri, senza egoismi, senza prevaricazioni, senza crearsi sacche di potere conservando sempre l'umiltà nel proprio agire.
Qualcuno disse che un buon leader non è il migliore degli altri, ma quello che sa cercare ottimi collaboratori, infatti una persona che ha carisma deve saper ascoltare chi ha attorno, mai imporre il proprio ruolo. Inoltre se crediamo che il proprio ruolo è per un bene alto dobbiamo essere consapevoli che se ambiamo ad una carica non dobbiamo usarla per favorire i propri interessi.
Una persona non deve credersi importante perchè attorno a se ha un gruppo di persone che dice sempre si, quelli sono servi che appena gira il vento sono pronti a cambiare padrone o sono come pecore che una volta perso il guardiano si disorientano e vanno dal lupo.
Nella storia l'esempio migliore è stato Cincinnato che " celebrato il trionfo, dopo soli sedici giorni, depose la dittatura e tornò privato cittadino". In Italia invece i politici passano la lora vita in una camera, quella che si trova a Palazzo Montecitorio.
Quello che trovo deleterio nell'idea di un leader accentratore è il personalismo, quello che pensa di risolvere tutto lui, col suo fascino ( "ci penso io," o in milanese "he pensi mi"), con il suo potere, nessuno ha la bacchetta magica, le sfide si vincono assieme e occorre il sostituire l'io con il noi.
Questo discorso credo debba valere anche per i vari sottogruppi sociali, gruppi di lavoro, hobby collettivi, squdre amatoriali, amicizia, perchè anche in questi gruppi più piccoli nessuno dovrebbe imporre la propria, ma cercare il dialogo costruttivo facendo emergere tutte le voci.
Chiudo dicendo che quando emergono figure che vogliono accentrare su di il potere è perchè ci sono molte persone che per quieto vivere o disinteresse genereale gli affidano questo ruolo, credono infatti d'aver bisogno che qualcuno li guidi.
Spesso, credenti e atei, dovrebbero prendere a esempio alcuni messaggi che concernono la gestione del potere. Gesù disse " chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo", ovvero il leader non deve dominare, ma mettersi al servizio.
Cosa vuol dire mettersi al servizio ? Io credo voglia dire avere come scopo il bene degli altri, senza egoismi, senza prevaricazioni, senza crearsi sacche di potere conservando sempre l'umiltà nel proprio agire.
Qualcuno disse che un buon leader non è il migliore degli altri, ma quello che sa cercare ottimi collaboratori, infatti una persona che ha carisma deve saper ascoltare chi ha attorno, mai imporre il proprio ruolo. Inoltre se crediamo che il proprio ruolo è per un bene alto dobbiamo essere consapevoli che se ambiamo ad una carica non dobbiamo usarla per favorire i propri interessi.
Una persona non deve credersi importante perchè attorno a se ha un gruppo di persone che dice sempre si, quelli sono servi che appena gira il vento sono pronti a cambiare padrone o sono come pecore che una volta perso il guardiano si disorientano e vanno dal lupo.
Nella storia l'esempio migliore è stato Cincinnato che " celebrato il trionfo, dopo soli sedici giorni, depose la dittatura e tornò privato cittadino". In Italia invece i politici passano la lora vita in una camera, quella che si trova a Palazzo Montecitorio.
Quello che trovo deleterio nell'idea di un leader accentratore è il personalismo, quello che pensa di risolvere tutto lui, col suo fascino ( "ci penso io," o in milanese "he pensi mi"), con il suo potere, nessuno ha la bacchetta magica, le sfide si vincono assieme e occorre il sostituire l'io con il noi.
Questo discorso credo debba valere anche per i vari sottogruppi sociali, gruppi di lavoro, hobby collettivi, squdre amatoriali, amicizia, perchè anche in questi gruppi più piccoli nessuno dovrebbe imporre la propria, ma cercare il dialogo costruttivo facendo emergere tutte le voci.
Chiudo dicendo che quando emergono figure che vogliono accentrare su di il potere è perchè ci sono molte persone che per quieto vivere o disinteresse genereale gli affidano questo ruolo, credono infatti d'aver bisogno che qualcuno li guidi.
venerdì 11 novembre 2011
11-11-2011
Data speciale ? Boh.....
Credo che sia solo superstizione, la più famosa fu l'anno Mille D.C.
Dicevano all'epoca Mille e non più Mille, anche se forse quello che consideravno l'anno Mille non era l'anno Mille perchè quando venne calcolata l'anno di nascita di Gesù ci fu un errore da parte di un monaco un certo Dionigi il Piccolo
"Gesù potrebbe dunque essere nato nell'anno 747 dalla fondazione di Roma, ovvero nel 7 avanti Cristo (ma forse nel 4 o 5 a.C., o forse, come sostenuto dallo storico Giorgio Fedalto, che rivaluta i calcoli di Dionigi, poco prima dell'inizio dell'anno 1).
Si aveva paura intorno a quella data che tutto finisse, in realtà spesso questi punti nevralgici o snodi temporali, come voglio chiamarli io, possono essere al massimo degli starting point, ovvero dei punti di partenza, infatti passata la paura abbiamo avuto la ripresa economica e culturale.
" Tra il secolo XI e XII ci sono documenti che testimoniano il dissodamento estensivo di terre vergini: lo provano le carte contrattuali con cui i feudatari concedono vantaggiose opportunità per coloro che si insedino e coltivino le terre incolte"
Un rinnovamento sociale
"Il risveglio economico avvia ben presto le popolazioni verso uno splendido rinnovamento civile. La città, simbolo di libertà e di progresso, oscura il castello, triste ricordo di un periodo di umiliante servaggio; al mestiere delle armi, occupazione unica della nobiltà feudale, si preferisce in città il lavoro, che arricchisce; all'eterna mania di guerra si sostituisce il desiderio di pace. I costumi feroci del medio evo tendono a divenire più miti, perché la nuova civiltà odia i privilegi e non giustifica la violenza; il servo della gleba, che fugge in città, diviene libero, perché entro le mura cittadine non esiste la servitù feudale; la città stessa più tardi affrancherà i servi delle campagne che verrà conquistando, sì che alle classi oppresse dal feudalesimo il regime cittadino si presenterà come una speranza di redenzione."
E come conseguenza di una palingenesi economica, psicologica e sociale abbiamo avuto anche un rifiorire della cultura
"L'arte, questo indice sicuro della civiltà, appunto intorno al Mille si risveglia: sorgono allora le grandi cattedrali romaniche, dove trionfano, con un senso di rinnovata grandezza, l'arco romano, la volta romana. Scultori nuovi vanno decorando capitelli, portali, pulpiti con antichi motivi classici e con audaci imitazioni della natura; essi fanno sfoggio di una maestria e di una ricchezza decorativa, che rivelano le aspirazioni fastose di gente arricchita da poco tempo. Intanto, attratti dalle ricchezze nuove, vengono in Occidente gli artisti bizantini, orafi, pittori, alluminatori, i quali educano al disegno e al buon gusto le generazioni, che. vedranno presto il miracolo della nuova arte italiana".
Molto di quello che capita all'uomo ancor oggi è legato alla superstizione, alla paura dell'ignoto, del futuro. Ogni pretesto crea paura e ansia, non da risposte, ma amplifica le paure e le domande, quasi come se ci fosse sempre un simbolismo magico nel tempo e nei numeri
dal millenarismo (Mille e Duemila), alle varie profezie (Nostradamus e Maya etc) e numerologia palindroma (2-2-2002, 11-11-2011).
Un altro esempio d'insicurezza umana, ma sarà tema di una mia prossima analisi è la ricerca sspasmodica e spesso ansiosa della persona carismatica nel bene come nel male.
Credo che sia solo superstizione, la più famosa fu l'anno Mille D.C.
Dicevano all'epoca Mille e non più Mille, anche se forse quello che consideravno l'anno Mille non era l'anno Mille perchè quando venne calcolata l'anno di nascita di Gesù ci fu un errore da parte di un monaco un certo Dionigi il Piccolo
"Gesù potrebbe dunque essere nato nell'anno 747 dalla fondazione di Roma, ovvero nel 7 avanti Cristo (ma forse nel 4 o 5 a.C., o forse, come sostenuto dallo storico Giorgio Fedalto, che rivaluta i calcoli di Dionigi, poco prima dell'inizio dell'anno 1).
Si aveva paura intorno a quella data che tutto finisse, in realtà spesso questi punti nevralgici o snodi temporali, come voglio chiamarli io, possono essere al massimo degli starting point, ovvero dei punti di partenza, infatti passata la paura abbiamo avuto la ripresa economica e culturale.
" Tra il secolo XI e XII ci sono documenti che testimoniano il dissodamento estensivo di terre vergini: lo provano le carte contrattuali con cui i feudatari concedono vantaggiose opportunità per coloro che si insedino e coltivino le terre incolte"
Un rinnovamento sociale
"Il risveglio economico avvia ben presto le popolazioni verso uno splendido rinnovamento civile. La città, simbolo di libertà e di progresso, oscura il castello, triste ricordo di un periodo di umiliante servaggio; al mestiere delle armi, occupazione unica della nobiltà feudale, si preferisce in città il lavoro, che arricchisce; all'eterna mania di guerra si sostituisce il desiderio di pace. I costumi feroci del medio evo tendono a divenire più miti, perché la nuova civiltà odia i privilegi e non giustifica la violenza; il servo della gleba, che fugge in città, diviene libero, perché entro le mura cittadine non esiste la servitù feudale; la città stessa più tardi affrancherà i servi delle campagne che verrà conquistando, sì che alle classi oppresse dal feudalesimo il regime cittadino si presenterà come una speranza di redenzione."
E come conseguenza di una palingenesi economica, psicologica e sociale abbiamo avuto anche un rifiorire della cultura
"L'arte, questo indice sicuro della civiltà, appunto intorno al Mille si risveglia: sorgono allora le grandi cattedrali romaniche, dove trionfano, con un senso di rinnovata grandezza, l'arco romano, la volta romana. Scultori nuovi vanno decorando capitelli, portali, pulpiti con antichi motivi classici e con audaci imitazioni della natura; essi fanno sfoggio di una maestria e di una ricchezza decorativa, che rivelano le aspirazioni fastose di gente arricchita da poco tempo. Intanto, attratti dalle ricchezze nuove, vengono in Occidente gli artisti bizantini, orafi, pittori, alluminatori, i quali educano al disegno e al buon gusto le generazioni, che. vedranno presto il miracolo della nuova arte italiana".
Molto di quello che capita all'uomo ancor oggi è legato alla superstizione, alla paura dell'ignoto, del futuro. Ogni pretesto crea paura e ansia, non da risposte, ma amplifica le paure e le domande, quasi come se ci fosse sempre un simbolismo magico nel tempo e nei numeri
dal millenarismo (Mille e Duemila), alle varie profezie (Nostradamus e Maya etc) e numerologia palindroma (2-2-2002, 11-11-2011).
Un altro esempio d'insicurezza umana, ma sarà tema di una mia prossima analisi è la ricerca sspasmodica e spesso ansiosa della persona carismatica nel bene come nel male.
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