Spesso quando l'osservatore medio legge una notizia si sente come colui che guarda il mondo da una torre d'avorio. I fatti riguardano altre persone, lui non ruba, non ammazza, non prende le tangenti, non si droga e non partecipando a competizioni agonistiche di alto livello non usa sostanze atte ad alterare la sua prestazione.
Negli ultimi anni il doping è talmente diffuso da diventare un fenomeno di massa, mentre prima l'usavano i grandi sportivi per aumentare la potenza muscolare, sopportare la fatica e sentire meno il dolore oramai è diventato un fenomeno comune a molta gente. Abbiamo i cultori del body-building amatoriale che oltre a curare il proprio corpo con ore ed ore di palestra s'imbottiscono di anabolizzanti, mentre nel campo degli studi abbiamo la pillola per la concentrazione e nel campo sessuale la pillola blu (che non è quella di Matrix) la quale è ormai sempre più usata dai giovanissimi.
Come dicevo nel titolo il doping è ormai un vero virus che copre tutti gli aspetti, anche quando lo sport dovrebbe essere considerato un divertimento da gustare con amici subentra la voglia di primeggiare e di vincere ad ogni costo. Ho letto infatti che anche nei tornei amatoriali di bocce alcuni partecipanti, per non sentire la fatica dopo ore di gara, fanno uso di sostanze dopanti, testimonianze di questo abuso ne ho riscontrate anche in Francia nell'omologo gioco della pentanque, per non parlare poi di quegli arzilli signori che per praticare con continuità la loro corsetta (per gli esterofili jogging) nel parco si fanno consigliare e rifornire da medici compiacenti di pillole dagli effetti spesso pericolosi.
L'ultima notizia fresca di stampa, tratta dall'agenzia Lapresse, è la segnalazione di un caso di positività durante il 47° Campionato Italiano Assoluto di Dama Internazionale. Qualcuno mi potrà rispondere che la dama come gli scacchi richiede concentrazione, ma io a questa osservazione risponderei in due modi uno che sia chiama gioco della dama o degli scacchi, quindi una grande dote di chi partecipa dovrebbe essere quella di saper perdere, secondo che ogni attività lavorativa richiede concentrazione quindi allora tutti i lavoratori dall'operaio all'impiegato dovrebbero prendere la loro bella pastiglietta.
Credo che dovremmo sempre accettare che c'è qualcuno più bravo di noi nonostante il nostro impegno sia massimo ed inoltre saper accettare i propri limiti, amandoci per come siamo e non come gli altri vorrebbero che fossimo.
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